Sviluppare un quadro normativo e un sistema di certificazione del carbonio: questo era uno dei risultati principali del progetto.
In particolare, lo scopo di questa azione è stato quello di raccogliere le informazioni raccolte nella regione Lombardia nel corso precedenti del progetto ed elaborarle per sviluppare una proposta di schema di certificazione per le unità di rimozione del carbonio derivanti dalle attività di carbon farming.
Lo schema del progetto C-FARMs ha avuto come punto di partenza le linee guida pubblicate dalla Commissione Europea a fine novembre 2022 cercando di adattarle alla situazione italiana e individuando un equilibrio tra il rigore scientifico nella valutazione delle unità di rimozione del carbonio prodotte e il vantaggio economico per l'agricoltore che sceglie di applicare pratiche virtuose di gestione nella propria area. In linea con quanto proposto dalla Commissione Europea, lo schema intende premiare il risultato della buona pratica e non la sola applicazione della stessa.
Questo è possibile grazie al rilievo in campo al termine del periodo di certificazione del reale ammontare del carbonio che viene accumulato nel suolo o nella biomassa delle piantagioni. Il meccanismo potrebbe essere quindi utile non solo ai fini del mercato ma anche in un'ottica complessiva ad un aumento delle conoscenze utili per raccogliere informazioni nel registro nazionale delle emissione dei GHG (gas ad effetto serra) sul reale effetto delle pratiche gestionali nei vari territori.
In sintesi, il meccanismo proposto prevede che operatori, scelgono di applicare una o più delle pratiche proposte dallo schema del carbon farming, certificando la loro applicazione per un periodo di 5 e 10 anni grazie ad un organismo di certificazione di parte terza. Le unità di rimozione di carbonio prodotte grazie all'applicazione delle pratiche sono inserite in un registro pubblico e messe in vendita sul mercato volontario dei crediti di carbonio.
Sebbene sia stato detto che il meccanismo premia il risultato, gli effetti delle pratiche di carbon farming non vedono una possibile quantificazione prima di 5-10 anni, tempistica troppo lunga perché gli agricoltori possano aspettare un ritorno economico all’applicazione delle pratiche.
Si è studiato, quindi, un meccanismo che annualmente permetta di inserire le unità di rimozione del carbonio in vendita sulla base di dati di letteratura, estremamente cautelativi, andando poi in compensazione grazie ai dati reali al termine del periodo della certificazione.
Il documento prodotto nell’ambito del progetto C-FARMs è stato sottoposto, prima della sua versione finale, a una revisione non solo da parte dei partner di progetto ma anche da parte di 25 stakeholder appartenenti a diversi comparti della società civile, agli organismi di certificazione fino ai professionisti del settore, per poi essere sottoposto ad una revisone pubblica di un mese.
Il prodotto finale è stato poi affiancato a una serie di prodotti accessori utili per l'applicazione dello standard: un documento contenente le procedure necessarie agli organismi di certificazione per effettuare le verifiche di terza parte, una valutazione dei costi di certificazione che definisce le fasce di costo a seconda delle diverse tipologie di aziende e un ultimo documento in cui sono definite le metodologie di stima in campo del carbonio, sia per il carbonio del suolo che per la biomassa delle piantagioni. I risultati dell’attività sono stati presentati anche nell’ambito del Food&Science Festival di Mantova nel maggio del 2023, e possono essere scaricati dal sito ufficiale di progetto a cui si può accedere da qui nel paragrafo dedicato al “Quadro normativo e sistema di certificazione del carbonio”.