Nell’ambito del progetto LIFE C-FARMs il partner PEFC Italia studia alla realizzazione di uno Standard per certificare lo stock di Carbonio derivante da pratiche agronomiche sostenibili.
Ecco di seguito la nostra intervista agli esperti che stanno lavorando a questa attività.
Chi siete e che ruolo ricoprite all’interno della vostra organizzazione?
Il PEFC è un ente normatore internazionale, che da 22 anni si occupa della gestione sostenibile di Foreste e Piantagioni. Il nostro scopo, in Italia come nel mondo, è fornire strumenti per la tutela del Patrimonio Forestale tramite i nostri standard di gestione forestale sostenibile, tutela dei servizi ecosistemici (carbonio, biodiversità e turismo) e tracciabilità del materiale di origine forestale lungo le filiere produttive fino al consumatore.
Quali attività svolgete nel vostro lavoro quotidiano?
Il nostro lavoro di ente normatore si articola in diverse attività, sebbene il nostro obiettivo principale sia promuovere la corretta gestione del patrimonio forestale, la tutela e valorizzazione dei loro servizi ecosistemici e la tracciabilità e legalità delle filiere che da esso si originano, attraverso lo strumento della certificazione. In questo periodo molte delle nostre forze sono dedicate alla revisione quinquennale dei nostri standard nazionali di gestione sostenibile di foreste, piantagioni e nella creazione di due nuovi standard per il verde urbano e agroforestazione, oltre alla creazione di standard legati alla quantificazione dei servizi ecosistemici. Siamo poi a disposizione per chiarimenti sulle nostre norme sia per la gestione di aree che per la tracciabilità. PEFC inoltre è partner di diversi progetti sia a livello regionale, nazionale che internazionale.
Come procede l’implementazione dello schema di certificazione delle pratiche di Carbon Farming?
La creazione di uno standard di certificazione per il Carbon farming è un'attività estremamente complessa che necessità della collaborazione di partner con diverse professionalità e competenze. Al momento abbiamo dato avvio ai vari task necessari per il suo sviluppo, definendo le responsabilità dei vari partner. E’ stata inoltre definita una scaletta molto serrata che ci permetterà di ottenere la versione definitiva dello standard per l’inizio di aprile, considerando anche le attività cruciali di coinvolgimento degli stakeholder e consultazione pubblica del lavoro svolto nell’ambito del progetto.
Ci sono delle criticità che avete riscontrato sino ad ora nel lavoro?
La difficoltà maggiore deriva dal fatto che al momento non esiste una regolamentazione nazionale o internazionale che fornisca linee guida specifiche per il pagamento delle attività di Carbon-farming; la PAC, ad esempio, ne considera solo una parte. Stiamo quindi cercando la via migliore per fornire uno strumento innovativo ma che non si discosti troppo da quelli che sembrano essere gli orientamenti della Comunità Europea in merito.
L’analisi degli stakeholder è iniziata?
L’analisi degli stakeholder è quasi conclusa, abbiamo prodotto una prima lista classificando i gruppi secondo quanto definito dall'Agenda 21 della Conferenza delle Nazioni Unite sull'ambiente del 1992. Questa lista è stata inviata a tutti i partner per una loro revisione ed integrazione. Entro la metà di dicembre saranno inviate lettere di ingaggio ad ogni stakeholder individuato per la revisione dello standard che dovrebbe svolgersi alla fine del mese di gennaio.
Quali sono i passi successivi per questa azione?
Una volta che lo standard sarà rivisto e modificato grazie al contributo degli stakeholder si aprirà un forum di consultazione pubblica di un mese, che permetterà a chiunque sia interessato al tema di esprimere la propria opinione in merito. Alla fine di questo periodo, in seguito ad ulteriore modifica secondo i suggerimenti del forum, lo standard si considererà ultimato. A corredo di questa attività ci saranno altre attività che vedranno l’interazione con ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) per proporre uno strumento utile di raccolta dati utile anche per integrare i dati dell’inventario nazionale dei GHG e con Regione Lombardia per proporre il nostro prodotto come possibile integrazione della futura programmazione PAC 2028.